Turi

Don giovanni: “ la chiesa è finalmente ad un punto di svolta”

di Maria Pia Iurlaro

La Chiesa ha sempre giocato un ruolo importante da secoli e forse è colei che è più vicina alla reale situazione del tempo pertanto abbiamo voluto ascoltare da Don Giovanni Amodio, Arciprete della Chiesa Matrice di Turi, la “voce religiosa” su questo periodo storico tanto discusso.
Don Giovanni, la ringraziamo per averci concesso questa intervista, Lei è a contatto continuo con la realtà locale, è ancora importante il vostro ruolo religioso in un periodo di crisi?
«Noi siamo quotidianamente sul territorio, lo monitoriamo costantemente anche perchè chi si affaccia a noi sono tutte le categorie di persone, per cui il nostro è un ruolo importante per la comunità. Anche se devo dire che a volte la Chiesa è vista con diffidenza.»
Si riferisce quindi alla situazione di crisi della Chiesa stessa ?
«La crisi che la Chiesa sta vivendo non appartiene a questo momento, ma risale a tanto tempo fa, e ora sta venendo fuori. Essa necessita una svolta rispetto al passato e questo sta provocando un cambiamento di Era nella Chiesa stessa.
Siamo ad un grande punto di svolta epocale, è venuta fuori ora la punta dell’iceberg ma c’è un sommerso durato un secolo, con tutte le grandi offese che ci sono state all’umanità, vedasi i genocidi, gli stermini e anche la Chiesa, per un verso, ha avuto il suo lato negativo, che ha colpito anch’essa l’umana dignità attraverso i casi di pedolfilia, classico esempio di un abuso di potere ingiustificato.
Noi Chiesa – continua Don Giovanni – abbiamo fatto il nostro “outing”, grande è stato il contributo del Papa in questo senso, in quanto anche noi membri di essa ci siamo sentiti abusati dal modo di gestire il sacro e la vita religiosa.
Il ‘900 è stato un secolo buio, con i suoi totalitarismi e abusi e la grandezza di Papa Francesco è proprio questa, la svolta, è finita un’Era, alcune cose cambieranno come il ruolo del clero stesso, passando da clericocentrico al coinvolgimento dei membri della Chiesa tutta.
Si sposta il baricentro dal clero al popolo di Dio, perchè il clero non è la Chiesa e la Chiesa non è il clero ma è solo una sua parte. Noi facciamo parte di una comunità partecipata fatta di tutto i suoi membri e di tutti i fedeli.
Un altro segno di grande svolta da parte del nostro Papa è

di rivalutare la figura della donna. La donna non è una cenerentola con un ruolo marginale, soprattutto in alcune religioni.
Non è questa l’epoca dei cambiamenti ma è il cambiamento d’epoca, un’era nuova che si sta affacciando e la Chiesa sta lavorando in questo senso, riflettendo e analizzando se stessa, finalmente inizia a scrollarsi di dosso il suo passato vecchio e pesante. »
Torniamo un pò al momento pandemico che stiamo vivendo, con tutte le difficoltà relative, non trova l’introduzione del Green Pass discriminatorio?
«Per cominciare noi non lo chiediamo, non possiamo chiederlo la Chiesa deve essere aperta a tutti, però nello stesso tempo, giustamente, i nostri Vescovi ci hanno invitato alla vaccinazione e ad adottare tutte le misure anti Covid, ecco questo lo trovo giusto, nel rispetto comunque di tutte le scelte.»
Le attività della Parrocchia sono continuate regolarmente?
« Noi abbiamo celebrato sempre tutti i sacramenti in nome di un principio molto importante ossia la Grazia di Dio che è veicolata attraverso i sacramenti, deve essere data a tutti a chiunque la chiede, non possiamo bloccarla in quanto essa è un dono non un merito, garantendo nel rispetto delle regole gli incontri preparatori. Abbiamo solo sospeso gli incontri di catechismo che speriamo di riprendere nel prossimo anno. »
Ringrazio Don Giovanni Amodio per la piacevole intervista rilasciata alla nostra redazione e permettemi una riflessione, la Chiesa prende coscienza di se stessa e si incammina in un percorso di rinascita partendo dall’analisi dei suoi stessi errori e grande merito, a parer mio è quello di rimanere costante, in questo periodo di diseguaglianze inutili, ai suoi valori di umanità e uguaglianza, il sacro (Chiesa) dà il buon esempio, al contrario del profano (Stato) che giocando sulle debolezze umane quali paura, incertezza e stato di bisogno, rivela il suo vero e grigio volto.