Turi

IL MILITE IGNOTO DIVENTA UN TURESE

di Marco Troisi

4 novembre, giorno legato a una data storica. Però il 4 novembre 2021 passerà comunque alla storia: ricorrono i cento anni da quel 4 novembre 1921 che verrà ricordato ogni anno come giorno dell’Unità Nazionale e giornata delle Forze Armate. In occasione di questo centenario, l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (ANCI) ha segnalato a tutti i sindaci l’iniziativa commemorativa che ieri mattina (o nel pomeriggio) si è svolta in tutti i paesi e città italiane, anche a Turi. In particolare, si tratta di un’iniziativa promossa dal gruppo Medagli d’Oro al Valor Militare d’Italia e riguarda la possibilità di conferimento della cittadinanza onoraria al Milite Ignoto.
Turi, Piazza Sandro Pertini, ore 10,30, una moltitudine di rappresentanze del paese si radunano intorno al monumento ai caduti della guerra della Prima Guerra Mondiale. Tra i tanti sono presenti: il Sindaco, Dott.ssa Tina Resta, le scolaresche della Scuola Primaria di Primo Grado I. C. “Resta-De Donato Giannini” e dell’ISS “Pertini-Anelli”, insieme agli esponenti di tutte le Forze Armate di Turi. L’iniziativa nazionale è promossa a livello locale dall’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci e l’Associazione Nazionale Bersaglieri “Alessandro Petrizzi” di Turi che, il 4 ottobre 2021, con il protocollo 1995, sono diventati promotrici dell’evento. A seguire sono riportati i passaggi più essenziali del discorso del Sindaco: “Il 4 novembre 2021 ricorre il primo centenario della traslazione e della solenne tumulazione del Milite Ignoto nel sacello dell’Altare della Patria. Alla fine della Prima Guerra Mondiale, molti dei corpi che furono traslati nei cimiteri militari rimasero senza nome. 60 mila sono infatti i militi ignoti che riposano nel Sacrario di Redipuglia.
A guerra finita, tutte le nazioni vollero onorare simbolicamente la memoria dei propri caduti ignoti attraverso un monumento, eretto al ricordo del sacrificio di tali uomini. In Italia fu suggerito dal Colonnello Douhet la sepoltura di un milite senza nome al Pantheon: l’edificio riservato alla sepoltura dei Reali d’Italia. La proposta fu accolta, ma, al posto del Pantheon, fu indicata per la sepoltura l’Altare della Patria. Il 4 agosto 1921 il Parlamento italiano approvò all’unanimità e senza dibattito la legge sulla sepoltura della salma di un soldato ignoto.

L’11 agosto 1921 il Parlamento promulgò la legge, la numero 1075, per esprimere il valore dell’iniziativa per la sepoltura in Roma, sull’Altare della Patria, della salma di un soldato ignoto caduto in guerra, onorando il sacrificio e il valore dei combattenti, e degli oltre 650 mila caduti del primo conflitto mondiale. Nell’ottobre dello stesso anno, una commissione speciale, di decorati di medaglia d’oro al valor militare, individuò i resti di 11 soldati non identificati, provenienti dai principali campi di battaglia della Grande Guerra.
Le 11 bare, tutte identiche, e perciò non distinguibili, furono raccolte nella Basilica di Aquileia. Il compito della scelta della bara, avvenuto il 28 ottobre 1921, fu affidato a Maria Bergamas (madre di Antonio, caduto e disperso), la quale, sopraffatta dal dolore e dall’emozione, si posò sulla decima bara, mentre i restanti 10 corpi furono sepolti nel cimitero di Aquileia. Questo rito compiuto da Maria, madre di un milite ignoto, l’ha trasformata nella madre simbolica di tutti i militi ignoti d’Italia. La bara giunse a Roma il 2 novembre. Il 4 novembre, dalla Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri, il feretro fu scortato all’Altare della Patria. Portato a spalla da decorati al valore, fu tumulato nel monumento ove tutt’ora il soldato riposa. Con regio decreto del 1°novembre 1921, fu conferita al Milite ignoto la medaglia d’oro al valor militare. Tali provvedimenti consentirono a tutti gli italiani di identificare, in quel militare sconosciuto, un proprio famigliare disperso in guerra e al contempo tutti i caduti per la patria.
Queste riflessioni sono di aiuto per avere la consapevolezza di quello che è successo: non come memoria, non come ricordo nostalgico, non come una narrazione storica, ma come un’allerta! Allerta per il futuro…Ringrazio tutte le Forze Armate presenti in questa piazza! Questi valori con cui oggi ci stiamo confrontando non rimangano dei principi teorici. Per combattere una guerra iniziamo da quello che siamo, tutte le mattine, con i nostri comportamenti! “