Cronaca

CALUNNIATO E DIFFAMATO: MA E’ UN BUON SEGNO

In via del tutto preliminare, esprimo tutta la mia solidarietà nei confronti di Giuseppe De Tomaso, candidato sindaco della lista Turi volta pagina, per le infamanti accuse che gli sono state rivolte. Entriamo nello specifico.

Al fine di screditare (inutilmente)  il candidato sindaco, uno dei tanti sorcini pubblica un post che riporta un trafiletto secondo il quale sarebbe stato l’ex Direttore della Gazzetta del Mezzogiorno, (lo stesso De Tomaso ndr) a portare alla “rovina” lo storico quotidiano pugliese.

Ma oltre a questo, hanno messo in circolazione ( chissà chi..ma è facile da intuire) le solite vox populi,  per cercare di rendere credibile la fantomatica notizia. Miserabili, solo questo siete.

Non serve che aggiunga una sola parola per smentire questa fake news, in quanto ci ha già pensato egregiamente il candidato Sindaco sia con una intervista sia con un post pubblicato su facebook, attraverso i quali ha spiegato egregiamente quale è la differenza tra un direttore ed un editore in ogni testata giornalistica.

Ma, questa vicenda presenta decisamente un lato positivo.

Caro De Tomaso, comprendo benissimo la tua mortificazione, ma ti prego di non cadere in queste trappole da 4 soldi.

Se stanno facendo questo è perché ora cominciano a temerti: sentono tremare la terra sotto i piedi, cominciano a comprendere che questa campagna elettorale è più dura del previsto: probabilmente erano nella piena convinzione che avrebbero potuto vincere le elezioni a mani basse perché, ormai è noto, il sindaco uscente deve essere riconfermato perché ha asfaltato le strade e perché servono due mandati (obbligatori a prescindere dall’operato) per giudicare una amministrazione: in sostanza sto parlando del programma politico della lista Resta per Turi.

Caro Peppino, ti ribadisco che questo è un buon segno, e lo dico per vita vissuta.

La tua stessa situazione la vivo da anni, perché, siccome il mio giornalismo è molto scomodo, non avendo materiale per smentire le notizie, usano la strategia della diffamazione e calunnia. Vuoi degli esempi?

Mi hanno definito un pazzo, hanno messo in giro voci che la mia abitazione era stata pignorata, che avevo ricevuto uno sfratto dal mio studio perché non pagavo l’affitto ( e sono ancora qui)  per poi arrivare alle minacce, come quella telefonica che pubblicai qualche giorno fa.

Il risultato finale? Chi mi ha accusato, chi mi ha denunciato per diffamazione ritenendo i miei servizi diffamanti, ora è a processo per calunnia. Meglio di così si muore.

La cosa ancora più meschina, è che questa gente agisce con il favore delle tenebre (cosa chi già tempo fa feci notare) facendo esporre quelli che definisco i sorcini,  i quali attraverso profili fake, sparano supercazzole sui social, nell’erronea convinzione di non essere scoperti: mi dispiace smentirli: non solo sono stati scoperti, ma anche querelati.

Poi ci sono i grandi filosofi, che pur scrivendo sul loro profilo reale, accusano i candidati della lista turi volta pagina, di essere miei complici, con il loro silenzio, del massacro mediatico che starei facendo nei confronti della lista Resta per Turi.

Come se, fatti come le false professioni dichiarate alla presentazione della loro lista, la supercazzola dichiarata dal sindaco Resta sulla non realizzazione del progetto Gramsci, il ragazzino che racconta sui palchi fatti avvenuti quando lui aveva sei anni ma come se li avesse vissute in prima persona, il Prof Leogrande che parla di coerenza quando in realtà il suo movimento Turi Davvero nacque in contrapposizione al sindaco Resta ma alla fine si allea proprio con questa, fossero il frutto della mia immaginazione e non delle supercazzole fatte e dette da loro. Mi sono semplicemente limitato a raccontare i fatti.

De Tomaso, non mollare! Questi sono i frutti di chi pensa di fare politica con il cuore (alla Barbara D’Urso praticamente)  e non con il vocabolario.

Eppure, consiglierei caldamente di usarlo, perché per amministrare, non serve solo il cuore.. anche, ma soprattutto un altro organo: il cervello.

Per amministrare bisogna leggere e comprendere cosa si legge, altrimenti si corre il rischio di non capire, ad esempio, come è successo per le note del Ministero il quale, sul progetto Gramsci, mise nero su bianco che il progetto si poteva realizzare ma apportando delle modifiche.

Ebbene, se in quella occasione anziché il cuore si fosse utilizzato il vocabolario, probabilmente oggi quell’opera sarebbe stata realizzata.

Ma in fondo, la cultura, lo studio non serve per amministrare, però è presente nel programma politico.

Prof. Leogrande, anche lei è dello stesso avviso sul tema della cultura?

Massimo Sportelli