Politica

VOTO AI 18ENNI IN SENATO, CI SIAMO

di Giuseppe D’Addabbo

Lo scorso 19 ottobre il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha promulgato la legge che entrerà in vigore dalle prossime elezioni politiche, legge che permetterà ai neo maggiorenni di votare i loro rappresentanti; una riforma importante dell’articolo 58 della Costituzione, che coinvolge circa 4 milioni di persone aventi diritto e che dà continuità alla serie di riforme politiche che cercano di avvicinare giovani e politica.
Il grande interrogativo riguardo questa legge però è più che legittimo: saranno pronti? Che la formazione politica e le cosiddette “scuole” di partito si siano pian piano rimpicciolite è un dato di fatto, complice la disillusione e il non riconoscimento degli elettori nei partiti, ma coinvolgendo maggiormente la fascia più “tenera” un nuovo slancio di partecipazione attiva potrebbe essere dietro l’angolo.
Per quanto sporca e noiosa possa essere descritta dai più, la politica è sempre stata prerogativa dei ragazzi, degli universitari, fulcro dei grandi cambiamenti del secolo scorso, della rivoluzione culturale sessantottina e degli scontri extraparlamentari, politica che ha dimenticato sempre di più il futuro di questo Paese, custodito proprio dalle nuove leve.
Un passo verso i ragazzi ed un passo verso il resto d’Europa, che già prima dell’Italia aveva esteso il voto abbassando la soglia d’età. Un passo verso la rappresentatività più ampia, vista la totale miopia delle politiche economiche e sociali verso i giovani, che rappresentavano un bacino elettorale minoritario ed ora hanno -abbiamo- un punto di forza in più grazie al quale farsi ascoltare. Noi faremo il nostro, ma ci aspettiamo considerazione, quella che ci è dovuta e che ci è stata negata per anni.