Turi

SI RITORNA A SCUOLA! LA PRESIDE CALDARARO: “NON DEVE ESSERE PENALIZZATA L’OFFERTA”

di Marco Troisi
Finalmente anche a Turi, mercoledì 15 set-tembre 2021, la campa-nella delle scuole tornerà “dal vivo” a segnare l’incontro tra docenti e studenti, amici e nuovi compagni di banco. Una forte emozione ac-compagna gli sgoccioli di un’attesa imposta, più che dalla pausa estiva, dalla pandemia in corso. Oggi, 14 settembre, il giorno prima dell’inizio dell’anno scolastico 2021/22, ascoltiamo attentamente le parole del Dirigen-te Scolastico dell’Istituto d’Istruzione di Scuola Superiore “Pertini – Anelli”, la Dott.ssa Giuseppina Caldararo. Preside, come inizia questo nuovo anno scolastico segnato dalla pandemia? «Noi ci stiamo organizzando secondo il Prefetto, disponendo l’ingresso del Triennio (che corrisponde al nostro 75% di studenti) alle 8,00, e i ragazzi del Biennio alle 9, 40. Da lunedì 20 (in orario con i mezzi di trasporto) dovremmo cominciare in questa maniera.» Qual è il ruolo degli insegnanti e del Dirigente in que-sto clima di emergenza? «Ci sono grandi responsabilità! Soprattutto del Dirigente che deve organizzare, sentiti ovviamente gli organi collegiali. Quindi la “responsabilità” è una “corresponsabilità. Noi abbiamo 32 ore settimanali: i ragazzi, entrando alle 9,40, uscirebbero (quando fanno la sesta ora) alle 15,40. C’è la criticità sul fatto che il documento prefettizio non ci dice se alle 15,40 c’è il pullman. Però c’è anche l’imposizione ministeriale che dice che nel mio Istituto devo distribuire ben 32 ore settimanali agli studenti. Quindi, facendo un calcolo matematico, dovrebbero uscire a quell’ora. Altrimenti dovremmo andare a ridurre. In base al DPR 275/99, che è il nostro documento che regola l’autonomia, noi discipliniamo come recuperare questi minuti. Perché non deve essere penalizzata l’offerta formativa. Ci stiamo interrogando in questi giorni perché dal 20 settembre dobbiamo regolarci in maniera seria. È vero che partiamo domani, ma, fino al 20, facciamo che escono tutti all’una.» Parlando della DAD, cosa ne pensa? «La DAD è uno strumento che non va abbandonato. Nel senso che è stato “elemento riparatore” dell’anno scolastico. Ma adesso che siamo in presenza non va del tutto demonizzato e buttato. Cioè, laddove ci sono delle situazioni particolari di recupero, di potenziamento, di collegamento fra docente e studente il pomeriggio, potrebbe essere uno strumento che fortifica innanzitutto la relazione tra la scuola, la famiglia e gli studenti.» Preside, come la Scuola va’ incontro al disagio dei ra-gazzi dovuto alla pandemia?«Noi abbiamo già cominciato con l’estate, con i PON. Abbiamo portato i ragazzi al mare proprio per il recupero della socialità. Tant’è che loro chiedevano: “Preside, continueremo l’anno prossimo?” La classe è una questione diversa. Io ritengo che la vera criticità si vedrà in questi giorni. Il docente dovrà essere, prima che esperto della sua materia, dovrà essere un vero e proprio pedagogista, un vero e proprio educatore. Andare prima alla formazione del Sé e dell’Essere per farlo stare nel clima del “ben-Essere”. E poi sulla materia, quindi sarà un duro lavoro di ricucitura.»